Correlazione cannabis e parodontologia: gli studi sono affidabili?

Si fa un gran parlare, di questi tempi, di liberalizzazione delle droghe leggere, del loro impiego in ambito sanitario e dei rischi connessi al loro consumo.
Risalgono però al 2008 i primi studi significativi che mettevano in relazione l’uso della marijuana con l’insorgenza precoce di parodontopatia distruttiva.
Poche settimane fa JAMA Psychiatry ha pubblicato gli esiti di una ricerca che ha dato lo spunto per la redazione di numerosi articoli, apparsi sulla stampa estera e ripresi da quella italiana, la maggior parte dei quali riporta una correlazione certa tra cannabis e piorrea.
Lo studio in questione ha preso avvio dalla registrazione di numerosi casi di parodontopatia in soggetti con meno di 20 anni d’età, che pare possano essere associati all’uso di cannabis. Un consumatore abituale su quattro, infatti, contrae il disturbo in maniera cronica ben prima dei 35 anni, ovvero dell’età a partire dalla quale, generalmente, si manifesta la piorrea causata dalla placca dentale.
Per studiare il fenomeno, ci si è concentrati sullo studio di fattori quali l’inalazione profonda, il contatto e il tempo di assorbimento prolungato della cannabis.
Ma mentre le implicazioni per la salute a breve termine sono stabilite da tempo e contemplano sentimenti di paura, ansia, manie, psicosi e allucinazioni, gli effetti a lungo termine dell’uso di marijuana sulla salute fisica sono meno chiari e andrebbero maggiormente approfonditi.
La stampa, nel riportare solo i risultati apparsi su JAMA Psychiatry senza considerare le evidenze scientifiche registrate dagli studi precedenti, rischia quantomeno di fare della cattiva informazione.
Ad esempio, una vecchia pubblicazione porta alla luce che i consumatori abituali di marijuana tendono a lavarsi meno i denti e utilizzare con minor frequenza il filo interdentale, e la scarsa igiene orale, lo sappiamo, porta all’insorgenza della placca.
Inoltre, i consumatori abituali di cannabis, hanno una maggiore probabilità di sviluppare una dipendenza da alcol, che a sua volta contribuisce all’insorgenza della patologia.
Dunque, quanto sono affidabili ricerche, e quindi gli articoli, che indicano l’esistenza di una diretta correlazione tra uso abituale di cannabis e insorgenza di patologia parodontale?
Non abbastanza.
L’uso di marijuana nei soggetti esaminati viene auto-riferito, pertanto la ricerca parte fin dall’inzio con un limite importante. E’ verosimile infatti ipotizzare che molti dei soggetti esaminati siano reticenti a dichiarare di fare uso di una droga il cui consumo è vietato dalla legge.
In generale, potremmo dunque trarre le seguenti conclusioni:

  • Risultati della maggior parte degli studi hanno portato alla luce una correlazione tra uso abituale di cannabis e aumento rischio di abuso di alcol e cattiva igiene orale, fattori questi, direttamente connessi con l’insorgenza della malattia parodontale.
  • Considerati i vari campi della salute e le loro relative patologie, in soggetti che ne hanno fatto uso per oltre vent’anni, si nota una correlazione con la malattia parodontale come per bronchiti, problemi cardiovascolari, malattie infettive, cancro e cattiva salute mentale ma la problematica va approfondita.
  • I dati finora pubblicati vanno interpretati alla luce di tutti i precedenti che indicavano un aumentato rischio di incidenti, infortuni, bronchiti, problemi cardiovascolari, malattie infettive, cancro e cattiva salute mentale.
  •  Vanno tenuti in debita considerazione eventuali limitazioni a questo genere di studi che affidano la dichiarazione sulle abitudini ai soggetti in esame.