Impatto della radioterapia oncologica della testa e del collo sulla salute orale e sulla durata dei restauri

Insieme alla chirugia e alla chemioterapia, la radioterapia è un’opzione di trattamento per i tumori della testa e del collo. Purtroppo essa produce una serie di effetti collaterali a carico dei tessuti che circondano il tumore, la cui comparsa varia molto da paziente a paziente. Gli effetti collaterali più frequenti sono:

  • iposalivazione;
  • mucositi;
  • trisma;
  • osteoporosi;
  • carie.

In particolare, nel 25% dei pazienti sottoposti a radioterapia si riscontra un rapido insorgere di carie e una distruzione dentale generalizzata al punto tale da compromettere la funzione orale complessiva e la qualità di vita del paziente.

A fronte di ciò, si rende necessario uno screening dentale pre-trattamento utile non solo per eliminare eventuali foci odontogeni che possono interferire con il decorso post-operatorio, ma anche per porre in sicurezza gli elementi dentari e programmare una serie di visite periodiche durante e post-trattamento.

Lo screening preventivo consiste in una visita stomatologica volta a:

  • identificare i fattori di rischio che possono portare all’insorgenza di complicanze;
  • programmare le terapie necessarie;
  • adottare un protocollo di igiene orale e prevenzione delle complicanze;
  • pianificare i controlli periodici.

E’ inoltre opportuno terminare le cure almeno 20 giorni prima dell’inizio della terapia radiante.

Protocollo generale:

  • visita pre-trattamento. La visita, che ha lo scopo di ridurre al minimo eventuali altri interventi nei 24 mesi successivi alla terapia, è incentrata sulla valutazione dei tessuti duri e dei tessuti molli. Si effettua una ortopantomografia ed eventuali radiogrammi endorali.
  • igiene orale e motivazione. Valutazione del livello di placca e di sanguinamento. Accertamento della motivazione del paziente a mantenere nel tempo una corretta igiene orale;
  • terapia chirurgica. Considerato che l’estrazione post-radioterapia è uno dei principali fattori di osteoradionecrosi, si consiglia l’estrazione di tutti gli elementi che presentano una significativa compromissione parodontale, intervenendo per accelerare la guarigione delle ferite;
  • terapia conservativa. Trattamento delle lesioni cariose esistenti ed eventuali terapie canalari. Particolare attenzione va posta ai restauri conservativi e protesici incongrui che possono determinare ristagno di cibo e di placca. Particolarmente importanti sono i risultati di alcuni studi in vitro che hanno dimostrato un’interazione negativa tra dosi di radiazioni ionizzanti e materiali dentali metallici, i quali pare aumentino la dose di radiazioni originali a causa della loro elevata densità, numero atomico e conducibilità. Anche le proprietà meccaniche e la sopravvivenza clinica di materiali dentali come i cementi convenzionali vetro-ionomerici e i vetroionomerici modificati con resina sono fortemente influenzate dall’iposalivazione legata al danno causato dalle radiazioni alle ghiandole salivari. I materiali da restauro quindi più adatti in queste circostanze paiono essere le resine composite.
  • accorgimenti durante la terapia radiante. Durante la radioterapia risulta importante sia il mantenimento di una corretta igiene orale sia la riduzione del disagio che progressivamente insorge durante la terapia. Si consiglia una puntuale pulizia del cavo orale (ogni 4 ore).
  • controlli periodici e valutazione a lungo termine. Le patologie che insorgono nella fase di post-trattamento sono principalmente le carie da radiazione, le problematiche parodontali e l’osteoradionecrosi. Il dentista può intervenire con applicazioni topiche di fluoro per prevenire le carie. Per le otturazioni i materiali da prediligere sono quelli a base di cemento vetroionomerico per la loro capacità di rilasciare fluoro e che, con l’aggiunta di composito, consentono anche un buon risultato estetico. La ricopertura preventiva con capsule si è dimostrata inefficace, in quanto i margini di chiusura rimangono ugualmente esposti al rischio di carie.

Per i primi due mese i richiami dovrebbe avere cadenza quindicinale, mensile per il primo anno.

Per un’eventuale protesizzazione mobile è bene attendere almeno 6 mesi, meglio un anno, con l’accorgimento di astenersi dal suo utilizzo nelle ore notturne.

Attraverso i controlli periodici sarà possibile effettuare una valutazione clinica diretta del grado di iposalivazione valutando lo stato delle mucose, la qualità della saliva e la sua produzione dopo uno stimolo, fornendo al paziente una serie di rimedi per alleviare il fastidio che ne deriva.