La robotica in odontoiatria: presente e futuro

Da tempo hanno fatto il loro ingresso in odontoiatria nanomateriali, nanorobot e nuovi metodi diagnostici basati su tecnologie avanzate che stanno contribuendo a rivoluzionare il settore.

Presto sarà possibile sostituire i denti mancanti facendosene crescere di nuovi e farsi posizionare le otturazioni dentali da robot comandati da operatori umani.

L’intelligenza artificiale e la robotica semplificheranno i flussi di lavoro all’interno degli studi dentistici migliorando la qualità e l’accessibilità delle cure.

Delle varie branche dell’odontoiatria, quelle che maggiormente beneficieranno dell’implementazione di queste nuove tecnologie sono: l’implantologia, l’endodonzia, l’odontoiatria restaurativa, l’ortodonzia e la parodontologia, accomunate dalla necessità di ridurre al massimo i rischi d’intervento aumentando la precisione d’esecuzione.

La robotica viene incontro alle esigenze di estrema precisione e sicurezza tipiche del settore odontoiatrico, effettuando interventi che comportano minori danni ai tessuti.

L’intervento di implantologia, ad esempio, è complesso e i rischi connessi alla sua invasività sono molteplici, specie in fase di inserimento dell’impianto. Un inserimento non corretto può provocare l’insorgenza di infezioni e complicazioni croniche.

Inoltre statisticamente una percentuale di casi che varia tra il 5 e il 10% va incontro al fallimento riconducibile principalmente all’inesperienza dell’odontoiatra e/o ad un posizionamento errato dell’impianto oppure a particolari caratteristiche ossee o a complicazioni mediche associate al paziente.

Robotica e della chirurgia di navigazione consentono ai professionisti del settore dentistico di poter contare su procedure di posizionamento più precise che riducono il rischio di fallimento insito negli interventi d’implantologia.

Dal 2017 in Cina si eseguono interventi di implantologia in cui il robot esegue la procedura in maniera indipendente dall’intervento umano, pur rimanendo tutto il tempo sotto la supervisione del medico. La stampante 3D produce gli impianti e, in totale, la procedura chirurgica dura 60 minuti. La percentuale di errore di posizionamento del nuovo elemento dentario è inferiore di 0,3 mm, un valore assolutamente tollerabile e inferiore a quello degli interventi eseguiti dagli umani.

Il robot esegue una serie di comandi pre-impostati eseguendo tutte le procedure nell’ordine specificato e ma sempre sotto la supervisione degli specialisti, in grado di prendere il controllo della macchina in qualsiasi momento si rendesse necessario.

E’ sorprendente il grado di autonomia raggiunta dai robot in questo settore: essi adattano la traiettoria dello strumento ai movimenti del paziente, apportando piccole correzioni durante tutta la procedura.

La Cina ha oltre 400 milioni di persone che necessitano di impianti dentali. La cronica mancanza di medici qualificati rende necessaria l’adozione di questa tecnologia che, a lungo termine, risolverebbe la criticità.

I robot possono essere impiegati anche per interventi chirurgici complessi altrimenti non praticabili dall’essere umano ma attenzione: non sono infallibili.

In base ad alcuni studi retrospettivi, nell’arco degli ultimi 14 anni, negli Stati Uniti, gli interventi del tipo descritto condotti dai robot hanno portato al decesso di 144 pazienti.

Questo non deve essere un dato allarmante in quando una percentuale di decessi, purtroppo, è sempre presente anche nella chirurgia praticata dall’Uomo, tuttavia la robotica applicata all’odontoiatria ha ancora margini di miglioramento ed evoluzione, pertanto, secondo gli analisti, nei prossimi decenni la percentuale di decessi sarà destinata a diminuire.

Nell’endodonzia, invece, operano i micro-robot. In alcune zone degli Stati Uniti vengono già comunemente utilizzati in tutte le fasi delle terapie canalari: sondaggio, perforazione, pulizia e otturazione.

La nanotecnologia è l’ambito che si occupa della definizione progettazione, creazione e ingegnerizzazione dei nanobot, macchine robotiche microscopiche che si avvicinano alle dimensioni di un nanometro, composte da migliaia di parti meccaniche, che possono essere utilizzate per interagire o manipolare le cellule umane.

Come reagiscono i pazienti all’introduzione in ambulatorio di queste nuove tecnologie?

Da un sondaggio statunitense è risultato che la metà dei pazienti intervistati sono favorevoli a sottoporsi alla pulizia e allo sbiancamento dentale mentre sono scettici nei confronti dell’applicazione di queste tecnologie per interventi più invasivi come la chirurgia gengivale e il trattamento canale.

Una diffidenza sicuramente comprensibile ma è importante prendere atto che il robot-dentista, in grado di operare in modo autonomo, è il punto di arrivo a lungo termine del settore odontoiatrico.

Nel futuro più prossimo, invece, è previsto un ulteriore allargamento dell’utilizzo dei nanobot in ambito odontoiatrico, in particolare nella diagnostica.