L’aftosi orale: ancora nessuna cura definitiva

L’aftosi orale è una patologia piuttosto comune e molto fastidiosa che si verifica quando, all’interno della bocca, sulle superifici mucose non cheratinizzate, e in particolare sulla mucosa delle guance, delle labbra, della lingua e della regione sottolinguale, si formano le cosidette afte, piccole lesioni ulcerative tondeggianti e fastidiose e non sanguinanti.

L’eziologia dell’aftosi è a tutt’oggi sconosciuta, quindi una terapia definitiva non è disponibile. In base agli ultimi studi, però, pare che il suo sviluppo sia supportato da un processo che coinvolge il sistema immunitario e che causa l’ulcerazione della mucosa orale coinvolta. L’aftosi potrebbe quindi essere generata da alcune patologie croniche come la Celiachia, il Lupus erimatoso sistemico, il morbo di Chron e la sindrome di Behçet. Si è osservato anche che alcune variazioni ormonali, legate allo stress o al ciclo, e la risposta allergica alla presenza nel cavo orale di alcuni batteri, tra cui l’Helicobacter pylori, possono causarne l’insorgenza.

Le afte vengono clinicamente classificate in tre diverse tipologie: major, minor ed erpetiformi.
Le afte minor sono generalmente situate sulla mucosa labiale o buccale, sul palato molle, sul pavimento della bocca, sulla superficie ventrale e sul bordo della lingua. Possono essere singole o multiple, con una superificie di diametro inferiore a 1 cm.
Le afte major sono del tutto simili alle afte minor ma più grandi (possono raggiungere diametri superiori a 1 cm) e causano ulcerazioni più profonde, infatti spesso guariscono lasciando delle cicatrici. Le afte major rappresentano circa il 10% di tutti i casi di stomatite aftosa.
Le afte erpetiformi, invece, sono molto più rare e il loro aspetto è simile a quello delle vescicole erpetiche.

La terapia della stomatite aftosa, che può persistere per giorni o settimane e influenzano le più semplici attività quotidiane come il mangiare, il bere, il parlare e l’igiene orale, consiste nel trattamento dei sintomi e la diminuzione del numero e della durata delle recidive della patologia. La scelta del protocollo terapeutico più adatto varia in base ad una serie di criteri che concorrono alla valutazione della gravità della patologia.

I casi più gravi, in cui i sintomi arrivano ad essere caratterizzati anche da dolore intenso, febbre e disfagia, si interviene con una terapia sistemica mentre in tutti gli altri ci si limita a piccoli accorgimenti e terapie locali.

Per la terapia della stomatite aftosa sono stati sperimentati numerosi farmaci, compresi i corticosteroidi sistemici: dapsone, colchicina, talidomide, pentossifillina e basse dosi di interferone-α e levamisolo.
Nei casi di aftosi major sono state proposte iniezioni di steroidi intralesionali, contenenti betametasone dipropionato e betametasone sodio fosfato, in combinazione con il levamisolo.

Nonostante i numerosi tentativi, nessun singolo trattamento sistemico è risultato efficace per la cura delle stomatiti aftose.