Traumi dentari in età infantile, quali conseguenze?

I traumi dentari in età infantile, sia in dentizione decidua che permanente, sono frequenti e coinvolgono statisticamente un bambino su tre.

I denti maggiormente colpiti sono gli incisivi superiori, specie nei soggetti che li presentano particolarmente sporgenti a causa del succhiamento del pollice o del ciuccio.
Un bambino particolarmente vivace, che ha appena iniziato a camminare o che pratica un’attività sportiva, può facilmente andare incontro ad un trauma della bocca che, tipicamente, provoca notevole sanguinamento e conseguente grande spavento.
La conoscenza delle prime manovre di pronto soccorso odontoiatrico in caso di traumi dentari è fondamentale, come vedremo in seguito, perchè può limitare i danni dell’incidente.

Dopo aver tranquillizzato il bambino, si procede al tamponamento del sangue con garze sterili o fazzoletti puliti, e si posiziona esternamente del ghiaccio per ridurre l’infiammazione e il conseguente gonfiore. Si passa quindi a valutare l’entità del danno. Se la ferita richiede punti di sutura, o si nota un dente che oscilla oppure la presenza di una frattura netta, è necessario recarsi il prima possibile in pronto soccorso o dal proprio pedodonzista di fiducia.

Che il danno coinvolga gli incisivi “da latte” o i denti permanenti, il dentista si affida sempre una radiografia endorale a bassissimo livello di radiazioni, per valutare nel dettaglio la tipologia e la gravità della lesione.
Sulla base delle risultanze dell’analisi strumentale, nonchè dei sintomi presentati dal bambino, il dentista deciderà come intervenire.

Di seguito si elencano i principali traumi cui possono incorrere i denti permanenti:

– frattura della corona (parte visibile del dente) con o senza coinvolgimento della polpa. Nel caso in cui la polpa, ovvero la parte interna e vitale del dente, non sia rimasta danneggiata, il dentista esegue una semplice otturazione/ricostruzione della porzione mancante. Il frammento può essere reincollato, quindi è importante che venga recuperato e conservato (non lavato) in saliva, soluzione fisiologica o latte per evitarne la disidratazione. Se la frattura della corona interessa anche la polpa, e si interviene tempestivamente, entro 24 ore dal trauma, in presenza di un’esposizione moderata della polpa, si cerca di preservare la vitalità del dente proteggendolo con una ricostruzione/otturazione. Se la polpa è molto estesa e sono già trascorse più di 24 ore, il dentista attuerà procedure diverse sulla base del caso specifico;
– frattura della radice (parte ricoperta di osso): è frequente l’estrazione del dente e, anche in questo caso, è bene ottenere una diagnosi il più velocemente possibile;
– lesione dei tessuti di supporto (gengive e osso): il dente non appare danneggiato ma presenta mobilità superiore alla norma o addirittura si trova in una posizione diversa. La terapia può variare a seconda di quanto si muove il dente e di quanto è diversa la sua posizione. Sicuramente il dentista prescriverà dei controlli periodici poiché alcune conseguenze di un trauma, come la perdita della vitalità dentaria, un cambio di colore, o un ascesso, possono verificarsi a distanza anche di molto tempo.
– necrosi. Con il tempo un dente che ha subito un trauma più scurirsi, segno che esso sta morendo. In questi casi può accadere che sopra la gengiva si origini un piccolo ascesso, rendendo necessaria la devitalizzazione per evitare eventuali focolai contenenti germi che possono dar origine a febbre reumatica.
– fuoriuscita dalla sede. Un dente permanente può essere reinnestato, pertanto va recuperato e consegnato al dentista nel più breve tempo possibile. Minore è il tempo trascorso tra l’evento traumatico e il reimpianto, migliore sarà il suo successo.

I traumi dei denti decidui sono gli stessi dei denti permanenti, ciò che cambia sono le terapie da mettere in atto.

Se il bambino non presenta sintomi (dolore), nè difficoltà a mangiare nè interferenze del dente traumatizzato con la chiusura della bocca, non vi è indicazione ad intervenire; se il bambino ha dolore e non riesce ad alimentarsi, il dentista deciderà quale sia la soluzione migliore a seconda del caso (se farmacologica oppure devitalizzazione del dente da latte oppure estrazione).
A differenza dei denti permanenti, non è indicato procedere al reimpianto di un dente da latte.
Il dentista dovrà rivalutare la situazione nel tempo poiché cambiamenti di colore o comparsa di ascessi o fistole possono verificarsi anche a distanza di anni e, purtroppo, alcuni traumi ai denti da latte possono addirittura danneggiare il delicato follicolo che lentamente darà origine al dente permanente, compromettendone lo sviluppo.

In tutti i casi sopracitati, si consiglia di sottoporre il bambino ad una visita dentistica nel più breve tempo possibile. E’ indicata una dieta morbida per 15 giorni e l’uso di uno spazzolino a setole morbide insieme ad un collutorio a base di clorexidina per mantenere una corretta igiene orale.