Dal dentista ai tempi del Covid-19

Purtroppo mal di denti, ascessi e altri problemi del cavo orale non vanno in ferie neanche ai tempi del Covid-19. Attualmente, visto l’alto rischio di contagio, i dentisti stanno trattando in studio solo le emergenze, mentre forniscono un servizio di assistenza da remoto a tutti gli altri pazienti, prescrivendo eventuali farmaci antinfiammatori per gestire le situazioni che non necessitano di intervento immediato.

Nonostante il periodo particolare che stiamo vivendo, la categoria sta già pensando alla riapertura che potrebbe avvenire già nel corso del mese di maggio, predisponendo tutta una serie di regole e linee guida a tutela della salute di pazienti e professionisti. C’è da dire che già normalmente i dentisti si adoperano per prevenire il rischio di potenziale contaminazione incrociata da HIV, HCV, HBV, TBC, Herpes e influenza, benchè spesso il paziente non ne abbia percezione e non sia al corrente delle numerose patologie che potrebbe contrarre se non venissero attivati i corretti protocolli di prevenzione.

La semplice seduta di igiene orale, ad esempio, comprende anche i tempi tecnici per effettuare la decontaminazione, che si svolge mentre il paziente si trova in sala d’attesa. In particolare vengono decontaminati o barrierati: poltrona, superfici, faretra, lampada, maniglie, mouse, tastiera, sputacchiera.

In attesa del vaccino contro il coronavirus, il Ministero della Salute sta studiando come riorganizzare l’attività degli studi dentistici partendo dalla reception e dalla sala d’attesa per arrivare allo studio, senza trascurare la delicata gestione del flusso di pazienti.

Dentisti e igienisti: categorie ad alto rischio

In tanti hanno sottovalutato la minaccia Coronavirus all’inizio di questa ondata di contagi, permettendogli di diffondersi e di fare molte vittime. Alla riapertura degli studi dentistici, così come delle altre attività, si dovrà evitare di commettere lo stesso errore, scongiurando una nuova diffusione del killer.

L’odontoiatra e l’igienista dentale sono due tra le figure professionali più a rischio di contagio e mai come in questo momento andrà curato con attenzione ogni aspetto dell’attività. Non solo la vicinanza fisica fra paziente e professionista ma anche l’uso di strumenti rotanti come il trapano, che producono aerosol contenente goccioline di saliva, rappresentano occasioni di contagio. Si sa ancora poco di questo virus ma pare che sia proprio l’aerosol a veicolarlo.

Per igienizzare le superfici dello studio sarebbe sufficiente passare dell’alcol a 65% oppure dell’ipoclorito ma entrambi questi prodotti hanno effetti collaterali poichè il primo evapora troppo in fretta, secca le gomme e gli sky non rispettando i tempi di contatto mentre l’ipoclorito macchia, corrode ed ha un odore sgradevole. Per i trattamenti di igienizzazione previsti dalle normative, gli studi dentistici si affideranno a ditte di pulizie specializzate, mentre per quanto riguarda l’igiene quotidiana utilizzeranno prodotti che hanno la stessa efficacia di quelli citati a fronte di minori effetti collaterali.

Potenziamento misure preventive

Ma quanto ci vorrà perchè i pazienti superino lo shock del lockdown?

La paura di essere contagiati potrebbe essere ancora alta alla riapertura, in tal caso in molti saranno tentati di far slittare l’appuntamento con il dentista e ciò avrebbe certamente delle conseguenze negative sulla salute dei pazienti. Sarà quindi importante per gli studi riuscire a comunicare la propria competenza e l’importanza di non abbassare la guardia sul fronte della cura della propria igiene orale anche in periodi difficili come questo.

Sicuramente verrà potenziato l’uso di mascherine, camici monouso, cuffie, visiere ed occhiali, quest’ultimi eventualmente anche per i pazienti. Gli indumenti sono soggetti a contaminazione, infatti si è visto che il virus, composto da una molecola proteica, decade da solo ma dopo ben tre ore. Per questo molti studi stanno pensando di dedicare una stanza alla vestizione e alla spogliazione, un po’ come sta accadendo negli ospedali. Particolare cura verrà riservata all’igiene delle mani, con lavaggi all’ingresso e all’uscita dello studio sia da parte del personale sia da parte dei pazienti.

Il personale, oltre ad essere fornito di mascherine e occhiali fin dalla reception, dovrà essere adeguatamente formato su come proteggere se stesso e i pazienti.

L’elemento centrale della prevenzione riguarda la gestione del flusso di pazienti. Ciascuno verrà sottoposto ad un triage telefonico cui seguirà l’aggiornamento dell’anamnesi (con l’annoso problema della completezza e affidabilità delle informazioni fornite) e poi un secondo triage in studio, al fine di individuare le persone a rischio Covid-19 e seguire le norme del caso. Sarebbe ideale poter avere a disposizione un test con risposta rapida a cui sottoporre il paziente prima dell’ingresso in studio ma non è detto che ci sarà. Alcuni studi si sono già muniti di telecamere per la misurazione della temperatura del paziente all’ingresso, uno strumento contactless molto utile, così come il saturimetro che misura la saturazione dell’ossigeno. Il costo di questa strumentazione non è troppo elevato, quindi qualsiasi studio dentistico potrà dotarsene.

Verrà aumentata anche l’areazione delle stanze e, con ogni probabilità, dalla sala d’attesa spariranno le riviste e gli opuscoli presenti normalmente e che possono essere veicolo di contaminazione.

Certo, queste sono solo ipotesi al vaglio per assicurare la salute di dentisti, igienisti e pazienti, evitando che venga meno la prevenzione e affinchè le terapie in corso prima del Covid-19 possano essere concluse senza timore di contagio.